Vi abbiamo già parlato della passione viscerale per il mare d’inverno ma non vi abbiamo ancora raccontato quant’è buono un caffè con panna fresca bevuto in uno delle piazze più belle che si affacciano sull’Adriatico. Siamo a Trieste, appostati in Piazza Unità d’Italia ad osservare il ritmo impreciso e casuale di gente e piccioni.
Antico e indissolubile il rapporto che lega questa strana città al caffè. Mettendo da parte la realtà industriale nota a livello globale, Trieste vanta con questa bevanda un rapporto secolare, legato a doppio filo con la letteratura.
Tre i caffè che abbiamo scelto per voi: da visitare in un pomeriggio da sfaccendati.
Il più antico è il Caffè Tommaseo, aperto nel 1830. Sofisticato ed elegante, secondo i dettami imposti dai più noti caffè viennesi, conserva le decorazioni parietali opera del pittore Gatteri e specchiere fatte arrivare appositamente dal Belgio.
Il Caffè San Marco, invece, non guarda a Vienna ma a Venezia. Inaugurato nel 1914 e subito divenuto luogo d’incontro di sediziosi irredentisti, venne completamente distrutto durante la Prima Guerra Mondiale e ricostruito negli anni Venti. Tra queste mura si incontravano abitualmente Saba, Svevo e Giotti.
Il Caffè degli Specchi, collocato nelle maestose geometrie di Piazza Unità d’Italia è stato fondato nel 1839 e recentemente rinnovato. Rappresenta da sempre il salotto buono della città ed è proprio ad uno dei suoi tavolini che ci siamo accomodati poichè – parafrasando Claudio Magris – “Il caffè è il luogo in cui si può stare contemporaneamente da soli e fra la gente.”