Adagiati su una balza di origine morenica, i cinque borghi che compongono il comune de La Magdeleine, sono dominati dal Monte Tantanè, una tra le cime più belle della Valtournenche che da Chatillon conduce al Monte Cervino.
I cinque villaggi, Artaz, Viù, Messelod, Clou e Brengon, conservano ancora oggi le tipiche case in legno e rappresentano uno dei pochi esempi rimasti, in Valle d’Aosta, dell’antica organizzazione urbanistica dei borghi d’alta quota.
Il sito, soleggiato e ben riparato dai gelidi venti del nord, ha accolto alle pendici del Mont Tantanè insediamenti umani sin dall’età del ferro. Come attestano i resti rinvenuti in numerose campagne di scavo, i Salassi abitarono questi declivi nel primo e secondo secolo a.C.
Ma è solo nel documenti d’archivio risalenti ai secoli XIII e XIV che si ha riferimento oggettivo agli abitanti di La Magdeleine, definiti come “gli uomini del Mont di Vieu”.
Lungo questi pendii si coltivavano orzo, avena, segale, grano saraceno, patate e ortaggi. E non a caso la maggior parte delle costruzioni storiche giunte fino a noi rievocano il passato agricolo: si tratta infatti di mulini e forni.
La singolarità di tali piccole strutture è di essere disposti “in catena”, stratagemma che consente di sfruttare al meglio la poca acqua disponibile. I mulini conservano ancora oggi un fascino particolare e per questo i visitatori amano percorrere il sentiero che li costeggia.
Nel corso della manifestazione “Du blè au pain” gli antichi forni vengono rimessi in funzione per cuocere il delizioso pane nero composto da un 70% di farina di frumento e da un 30% di farina di segale.
Un tempo cotto per essere consumato durante tutto l’anno, il pane nero veniva conservato su apposite rastrelliere e spezzato con un tagliapane in grado di scalfirne la crosta coriacea.