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Misurina: cuore azzurro del Cadore

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Le abbondanti nevicate che hanno interessato l’arco alpino fanno gola agli amanti della montagna e degli sport invernali.
C’è un luogo però, non troppo lontano dalle piste da sci, che amiamo visitare ogni qual volta le nostre peregrinazioni ci conducono in Cadore.

Si tratta del Lago di Misurina, a 1.754 m s.l.m.

Una perla azzurra incastonata in una cornice di monti che mozza il fiato. Un luogo scenografico, bello d’estate quanto d’inverno, noto nel mondo per le sue peculiari caratteristiche climatiche: l’aria purissima che si respira a questa altitudine è particolarmente adatta per chi soffre di patologie respiratorie.

Proprio sulle rive del lago (immancabilmente immortalato in tutte le foto) sorge l’unico centro italiano per la cura dell’asma infantile.

Ma al di là di questi dettagli di natura sanitaria: il Lago di Misurina è il punto di partenza ideale per una serie di attività sportive.

A est si raggiungono agilmente gli impianti di risalita e la catena dei Cadini di Misurina; a nord, si imbocca la strada che porta alle Tre Cime di Lavaredo (un altro caposaldo degli amanti delle Dolomiti che vi racconteremo in un prossimo post).

La leggenda che ricostruisce la mitica origine del lago è piuttosto complessa e racconta le vicende della vezzosa quanto capricciosa Misurina, unica e amatissima figlia dell’anziano re Sorapiss, signore delle cime dolomitiche delle Tofane, dell’Antelao, delle Marmarole e delle Tre Cime di Lavaredo.

A otto anni la principessa Misurina decise drasticamente di voler entrare in possesso dello specchio della fata del Monte Cristallo: un oggetto, ovviamente, dai poteri magici, che permetteva di leggere i pensieri.

La fata, di fronte alle pressanti richieste della bambina, acconsentì a cedere lo specchio a patto che il vecchio Sorapiss fosse trasformato in pietra.

Il vecchio re accettò e proprio mentre cominciava la sua trasformazione in cima aspra e dura, di pietra dolomitica, Misurina fu travolta e precipitò lungo un costone di roccia.

Sorapiss, ormai quasi disumanizzato, pianse lacrime purissime nell’assistere impotente alla fine della sua amata figlioletta: lacrime che formarono due ruscelli che confluirono nell’alta valle creando un bacino naturale.

Anche lo specchio, cadendo, si infranse in mille pezzi e i frammenti furono trascinati dai ruscelli fin dentro le acque del lago che, ancora oggi, lancia riflessi cangianti ad ogni mutar di luce.

In questi giorni di fine inverno il lago è completamente ghiacciato ed è percorribile a piedi lungo tutta la superficie. Con spregio del pericolo, si svolgono sulla superficie ghiacciata partite di polo a cavallo.

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Redazione PiccolaGrandeItalia.TV
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