Gli abitanti di Rufina, dal Rinascimento a oggi, si fanno in quattro per regalare a Firenze e ai suoi signori un carro del loro miglior vino imbottigliato in fiaschi cinti di vimini, tutti belli stretti su un carro che viene spedito in Piazza della Signoria a bordo di un camion.
Perduta la poesia d’un tempo quando il carro attraversava bucolicamente la campagna trainato dai buoi, oggi la presentazione del carro del Chianti Rufina a Firenze ha il sapore di una manifestazione posticcia che ha perduto il riferimento alla terra e alla contadinità. Tanta messa in scena, corredata dalla sfilata dei figuranti in costumi quattrocenteschi a beneficio dei turisti distratti che gironzolano, gelato alla mano, di fronte a Santa Maria del Fiore.
Il Carro Matto, di per sé, è interessante nella struttura: il nome è eloquente e la disposizione dei fiaschi denota un ragionamento, un bilanciamento di pesi e volumi che consente di caricare sulle quattro ruote la maggior quantità di vino possibile. Ne risulta una disposizione a forma allungata, con due punte o apici che si sollevano leggermente verso l’anto, non per vezzo ma per necessità.
Il posticcio spettacolo che sfila per le vie di Firenze ha la sua prosecuzione in Rufina, dove il rapporto tra il vino e gli abitanti assomiglia a quello che esiste tra gli operai e l'industria pesante: un amore incondizionato, necessario, da vivere con alcune concessioni di tossicità.
Se, in orario diurno, i cultori del Chianti si ritrovano nelle belle sale della Villa di Poggio Reale, con mostre, degustazioni e conferenze, la notte vede il nobile giardino della dimora avìta popolarsi dei giovani del luogo che, con il vino nei bicchieri di plastica, si attarda vociando e fumando fino all’alba nel nome del “sano” rapporto con la bevanda.
Se il vino è il principale mercato in cui si sviluppa l’economia locale, la meglio gioventù della vallata si ritrova per celebrare – plastica in mano – le grandi aziende che, come antichi feudi, imbottigliano il frutto del sacrificio della biodiversità di questa terra.