Chi è la Rossa dal Vergato? La Rossa rappresenta una versione dialettale e femminile dello Zanni, il furbo servitore della commedia dell’arte.
La Rossa nasce, in realtà, dalla mente geniale di Giulio Cesare Croce.
Figlio di fabbri, e fabbro a sua volta, Croce è stato uno degli autori più generosi e fantasiosi di storie cantate nella seconda metà del Cinquecento. Autodidatta di successo, nonostante non fosse inserito nei circoli letterari e cortigiani dell’epoca, ebbe contatti con importanti letterati come Giovan Battista Marino.
A differenza dei suoi contemporanei, Croce cercava il suo pubblico tra le persone comuni, trovando ispirazione nella vita quotidiana.
Le sue opere, spesso acquistate da persone in grado di leggere pubblicamente nei mercati, rappresentano una testimonianza importante della sensibilità e dei gusti delle classi più umili del periodo barocco.
Con opere come “Bertoldo“, Croce metteva in luce l’astuzia e il buon senso dei contadini rispetto ai cortigiani.
Se lo Zanni, erede dei buffoni medievali, può essere direttamente collegato ai servi astuti della commedia latina, la Rossa dal Vergato incarna le legioni di emigrate ed emigrati dalle montagne (simili a coloro che diedero origine alla maschera di Arlecchino). Anche lei discende l’Appennino fino a Bologna in cerca di lavoro. Sappiamo che parlava un dialetto rustico e popolare che, probabilmente, suscitava ilarità nel ricco contesto cittadino.
La Rossa diventa una famosa maschera del carnevale bolognese nel 1600 e, con sorprendente longevità, appare anche nel carnevale di Vergato dal 2003, affiancata al principe di Montepetto.
Compare anche nel teatrino dei burattini, insieme al dottor Balanzone e a Fagiolino, protagonisti storici delle piccole scene emiliane.