L’ampia ansa terminale che il ramo del lago di Lecco disegna di fronte alla nobile città nutre lo sguardo che plana tra le colline, fino alle escrescenze seghettate del Resegone.
È questa una montagna “segreta”, notissima agli autoctoni che la conoscono in ogni anfratto, sorprendente per i forestieri che arrivando in città per la prima volta, scoprono la presenza di una comoda funivia che approda direttamente sulla cresta della montagna.
Da lì si aprono i pianori delle passeggiate della domenica pomeriggio, che seguono l’opportuna tappa in uno dei molti ristoranti che offrono menù montanari ad un palato avvezzo, nei giorni della vacanza, alla cucina di pesce della riviera.
Gli appassionati potranno da qui accedere rapidamente alle vie più complesse, ai sentieri ferrati, alle pareti da scalatori-artisti; gli altri, volgendo lo sguardo indietro, potranno ammirare la bellezza azzurra lago, la città srotolata in basso e, oltre la striscia azzurra, i paesi che punteggiano la riva opposta.
Il primo che si incontra è Malgrate, borgo di pescatori e di poeti che ha recentemente rinnovato il suo lungolago traendone una cornice spettacolare. Specchi d'acqua cristallina riflettono il profilo dei monti lecchesi, alternandoli a riquadri d'erba bassa. Passerelle si intrecciano a giardini e bistrot.
Le acque del lago riflettono le facciate dei palazzi nobiliari che accolsero poeti come Foscolo e Parini.
Il tutto sapientemente miscelato con gli scenari manzoniani in cui la fantasia vuole si siano svolte le scene più celebri dei Promessi Sposi.
Storie che offrono facile sponda agli ideatori del marketing turistico: i nomi del romanzo ispirano locali e itinerari, l’aria che si respira è soave, increspata dalla cadenza ritmica dei remi delle tradizionali “lucie”, le imbarcazioni classiche del lago.