L’ex base Nato del Lagastrello è avvolta da leggende intriganti.
Si racconta di bunker segretissimi, anche se in realtà ne esisteva solo uno capace di ospitare i pochi membri della base. Si parla di spie e controspie, di radiazioni nucleari e di militari “UFO”, ovvero imponenti ragazzi afroamericani incaricati di controllare il perimetro alla ricerca di “invasori”, spesso animali selvatici o fungaioli scatenati.
All’ingresso, ancora inchiodato alle robuste sbarre di metallo della cancellata, resiste un cartello che avverte: “Zona pericolosa”. Il filo spinato corre minaccioso, in alto.
Ci troviamo sulla cima del monte Giogo, nell’Appennino tosco-emiliano, a 1.500 metri sul livello del mare, in Toscana, provincia di Massa Carrara, Comune di Comano. A pochi chilometri di distanza si parla reggiano e si produce il pregiato Parmigiano di montagna al casello di Vairo, ambito sia dai toschi che dai “lombardi” (come si riferiscono ancora ai residenti emiliani dell’Alta Val d’Enza i cugini spezzini e massesi).
Pur essendo Parma a soli 60 minuti di macchina, in pochi sanno che anche questa vetta della Lunigiana ha vissuto la guerra fredda. L'ex base Nato "Livorno" è stata una delle stazioni radio più cruciali dell'Alleanza Atlantica durante la contrapposizione tra i blocchi.
Per oltre trent’anni, dal 1958, questo complesso di 20.000 metri quadrati è stato un punto chiave per le comunicazioni sulla sorveglianza dei confini con i Paesi aderenti al Patto di Varsavia. Le voci di Kennedy, Kruscev, Reagan, Gorbaciov e dei loro generali sono passate anche da qui.
Le due coppie di antenne paraboloidi da 20 metri di diametro si ergono ancora sulla punta estrema del monte, scrutando il cielo delle alte valli Enza, Taverone e Cedra. Impressionano i viandanti che raggiungono l’ex base, simbolo monumentale della civiltà delle telecomunicazioni.
Due antenne sono dirette verso la stazione francese di Nizza, altre due verso quella romana della Tolfa. Un traliccio alto circa 25 metri, con altri due paraboloidi più piccoli, comunicava con il presidio bresciano di Dosso dei Galli.
Questo faceva parte delle 49 stazioni europee del Network Nato chiamato “Ace High Troposcatter”, basato sulla diffusione di onde elettromagnetiche nella troposfera.
Nelle giornate limpide, lo sguardo può spaziare fino alla Corsica, da un lato, e ai Colli Euganei dall’altro. Il Passo del Lagastrello si trova appena sotto, nascosto tra i boschi di querce popolati da lupi, cinghiali, caprioli e cercatori di porcini.