Per comprendere il livello di devastazione che investì l’Europa nell’età tardoantica – e arrivare alla nostra meta di viaggio odierna – possiamo ricorrere alle parole di un cronista eccellente.
Prima di diventare santo, Ambrogio, alto funzionario dell’impero e vescovo di Milano, si trovò a percorrere la via Emilia. Siamo sul finire del IV secolo (più o meno nel 387) e i barbari già scorrazzavano per l’Italia.
Ambrogio riporta in una lettera di aver visto le antiche città create dai Romani ridotte a cadaveri semidistrutti (semirutarum urbium cadavera) non mancando di segnalare l’abbandono del paesaggio, un tempo florido, produttivo, regimentato.
Concordia Sagittaria si trova in un altro quadrante dell'impero, la Regio X Venetia et Histria, oggi al confine tra Veneto e Friuli. Si tratta dell'antica Iulia Concordia, fondata nel 42 a.C. all'incrocio tra Via Annia e Via Postumia.
Un centro fiorentissimo, una città imperiale in pietra e marmo cancellata dalla storia e dal passaggio della ripetuta furia barbarica. Guardando la città oggi non è possibile intuire nulla della città antica.
Sotto la cattedrale sono state rinvenute le fondamenta di una basilica paleocristiana mentre sulla sinistra del fiume Lemene è emerso un sepolcreto del V secolo.
È detto “sepolcreto dei militi” per le tante lastre tombali che, nelle iscrizioni, testimoniano la vita delle truppe di stanza su questo fronte.
Come nocchieri alla fine di un’era ci pensarono i sopravvissuti a distruggere ciò che restava della dignità della città imperiale: i preziosi marmi incisi, raggranellati, vennero disciolti per farne calce e costruire così, le fondamenta di una nuova storia, quella Medievale.