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Grado, l’isola d’oro

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Calli, piccole case di pescatori, antiche chiese. Grado, l’isola d’oro dalle fattezze veneziane, accoglie il visitatore immersa nell’atmosfera sospesa della laguna. Un lembo di terra che sin dall’antichità ha rappresentato un rifugio e un approdo per le popolazioni costiere.

I ritmi della vita gradese sono tranquilli, la città vecchia appartiene ai pedoni e offre scorci incantevoli: piazzette che ricordano i campielli veneziani, splendidi balconi, piccole arcate pittoresche, le voci degli abitanti che risuonano con la dolce cantilena del “graisaàn”, il dialetto locale.

La storia dell’isola di Grado è legata a quella di due illustri città: Aquileia e Venezia. Dell’emporio romano di Aquileia, Grado fu scalo marittimo, rifugio ed infine, principale antagonista. Durante il V e VI secolo d.C., a causa delle ricorrenti incursioni barbariche, Grado divenne città fortezza: il Castrum gradense. Proprio qui i vescovi aquileiesi trovarono rifugio e di quel periodo si conservano le preziose basiliche paleocristiane dedicate a Santa Maria delle Grazie e a Sant’Eufemia – consacrata nel 579 d.C. -, con l’annesso Battistero e Lapidario.

E anche oggi Grado trova riparo dalla furia del mare, protetta dalla grande diga che rappresenta, nelle giornate di svago, la meta ideale per il passeggio, a piedi o in bicicletta.

Alle spalle del centro storico, si sviluppa il porto, ideale collegamento tra passato e presente di una comunità che ha sempre trovato nella pesca la sua principale fonte di sostentamento.

Qui si svolge la quotidiana attività dei pescatori, in continuo movimento tra la laguna e il mare… e da qui si staccano le imbarcazioni che portano alla scoperta dell’affascinante paesaggio lagunare tra canali, isolette e tipici casoni.
Meta preferita di pellegrinaggio è l’Isola di Barbana. Il santuario è oggi, come in passato, isola di meditazione e preghiera. Dal 1237, ininterrottamente, ogni prima domenica di luglio, la comunità gradese si reca in processione a bordo di barche da pesca, per rinnovare l’antico voto alla Madonna di Barbana che avrebbe salvato il paese dalla peste.

Le antiche tradizioni che sopravvivono ancora oggi – nonostante l’avvento del massiccio turismo balneare – fanno di Grado e delle sue spiagge, una delle mete più ambite dell’Alto Adriatico.

L’Isola d’Oro, incorniciata dal riverbero della laguna, accoglie di buon grado il visitatore. Qui, scrive il noto poeta gradese Biagio Marin, “ritrovi qualcosa che è andato perduto, come la radice della tua stessa anima, che nella grande luce si era disciolta”.

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Redazione PiccolaGrandeItalia.TV
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