“Ecco Ninfa, ecco le favolose rovine di una città che con le sue mura, torri, chiese, conventi e abitati giace mezzo sommersa nella palude, sepolta sotto l’edera foltissima. In verità questa località è più graziosa della stessa Pompei, le cui case s’innalzano rigide come mummie tratte fuori dalle ceneri vulcaniche.” Così Ferdinand Gregorovius descrive l’incantevole scenario del Giardino di Ninfa, a Cisterna di Latina.
Otto ettari di bosco, fiori, paesaggi bucolici immersi nel verde: sono queste le caratteristiche di uno dei più bei monumenti naturali della Repubblica italiana.
Un grande giardino all’inglese voluto da Gelasio Caetani che, a partire dagli anni ’20 del Novecento, colonizzò l’area della scomparsa cittadina medioevale di Ninfa, di cui oggi si conservano solo antichi ruderi che accrescono il fascino del paesaggio.
Un luogo citato anche dal New York Times per lo splendore degli scenari che sa regalare in questo periodo dell’anno: soffici nuvole di ciliegi e meli in fiore, distese di iris, oltre 200 varietà di rose che cingono ruscelli e sentieri.
Ninfa è un angolo d’Italia posto al di fuori delle mete consuete del turismo di massa: 50 km da Roma, lungo l’antico tragitto dell’Appia. Qui, Gelasio e successivamente Leila Caetani, piantarono e curarono i numerosi esemplari botanici che scandiscono ogni passo lungo le vie segrete del giardino.
Proprio Leila, ultima rappresentante della famiglia che dopo settecento anni di storia estingueva il suo casato, diede vita alla fondazione “Roffredo Caetani di Sermoneta” che ci ha consegnato questo meraviglioso monumento naturalistico, uno dei giardini più belli al mondo che viene visitato da oltre cinquantamila turisti all’anno.