Dove la valle dello Stura comincia appena a restringersi, incuneandosi tra due collinette moreniche, l’essere umano ha posto un presidio fortificato a controllo della breve rupe e di tutti i viaggiatori.
Il paesaggio racconta questa storia, tutto sommato recente, la cui memoria si conserva negli annali e in qualche riscontro archeologico.
La Porta Bolleris è il lacerto meglio conservato, l’ultimo residuo dell’imponente costruzione fortificata che prevedeva quattro fortezze, alte mura e torri d’avvistamento. Un ponte levatoio consentiva l’ingresso all’abitato, popolato da contadini (necessariamente) in armi. Il fatto che il castello, con tutte le sue pertinenze difensive, sia stato cancellato dalla storia riassume, in breve, le peripezie e le lotte che video contrapposti i Marchesi di Saluzzo e gli Angiò.
Oggi Roccasparvera ha fatto delle risorse naturali la sua forza. I boschi di castagno costituiscono la maggiore risorsa del paese e, in anni recenti, il fiume Stura si è rivelato essere un'interessante attrattiva sportiva per gli amanti delle attività d'acqua come canoa e rafting.
Altra grande risorsa del comprensorio delle Alpi Occidentali, da Cuneo a Torino, è la matrice culturale: la cultura occitana è una delle grandi radici dell’Europa continentale.
Lingua di trovatori e poeti, alla base della grande letteratura medievale, vive e vibra nelle sue sonorità esotiche e, al contempo, domestiche, comprensibili.
La lingua è parlata correntemente anche dai giovani e le tante istituzioni che la preservano, concorrendo ad alimentarne la resistenza e il fuoco poetico.
Al pari delle attrazioni materiali, la cultura occitana merita di essere esplorata e conosciuta: visitare un museo o un centro culturale può essere una buona idea ma anche i concerti di musica popolare o un giro al bar del paese possono rappresentare un’occasione di incontro.