È stata localizzata nei giorni scorsi, sulle dolci pendici che circondano la cittadina di Chiusi, un’antica sepoltura etrusca situata non troppo distante dalle celebri tombe della Scimmia, del Leone e della Pellegrina.
Anche in questo caso, come tradizione vuole, si tratta di una tomba a camera, con ogni probabilità risalente ai primi decenni del V secolo a.C.
Collocata sulla collina di Poggio Renzo, a un chilometro e mezzo dalla cittadina moderna, rientra nel perimetro dell’area della necropoli urbana, utilizzata costantemente dall’età del Ferro all’epoca romana.
Una zona che venne intensamente esplorata già a metà del XIX secolo con il ritrovamento delle importanti sepolture sopraccitate, che hanno reso nota nel mondo la cittadina di Chiusi.
Il merito di questa nuova scoperta va al Gruppo Archeologico Città di Chiusi, attivo dalla metà degli anni Settanta, che ha lavorato in sinergia con la Soprintendenza Archeologica della Toscana. Su loro segnalazione presero avvio gli accertamenti relativi ad un’anomala cavità che si apriva nel terreno di Poggio Renzo, visibile grazie ad un sorvolo di perlustrazione.
I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Firenze sono intervenuti sin dalla prima fase per preservare il luogo da inopportuni saccheggi.
La certezza di avere tra le mani una sepoltura etrusca è giunta solo il 21 febbraio con la definizione del perimetro dell’escavazione antica, parzialmente riempita di terreno e detriti a causa di alcune frane della struttura avvenute in tempi non recenti.
Ad una prima analisi sarebbe stato violato solo parzialmente il dromos, il corridoio di accesso alla tomba da camera, tuttavia sembrano assenti scavi clandestini nel resto dell’area.
Allo stato attuale, la tomba appare composta da due ambienti collegati da un atrio centrale, già evidenziata la presenza di pittura rossa su alcune pareti affioranti.
Caratteristica che si inserisce perfettamente nel contesto già noto agli studiosi delle tombe da camera di questa zona: qui e nell’etruria medidionale, nel pieno dell’epoca porsenniana, si diffuse il gusto per le sepolture dipinte.
Siamo di fronte ad un ritrovamento di eccezionale interesse storico che permetterà ai tecnici di eseguire le indagini su una tomba inesplorata con l’ausilio di tutte le più moderne tecnologie. Mentre sono al vaglio le metodologie di intervento, gli archivisti dovranno mettersi all’opera alla ricerca di eventuali tracce della sepoltura contenute negli antichi registri e nei documenti storici.
Sulla questione è intervenuto anche il Sindaco di Chiusi, Juri Bettollini che ha confermato l’impegno dell’amministrazione: “Faremo la nostra parte per rendere quest’area di tombe etrusche ‘appetibile’ sotto il profilo promozionale e turistico. In Europa – ha dichiarato – ci sono i fondi per rilanciare un progetto culturale come questo.”
Una vicenda che è solo all’inizio e che permetterà di aggiungere un nuovo tassello alla ricchezza turistica di questa splendida parte di Etruria.