Le Valli di Lanzo, appartengono alle Alpi Graie e si aprono a ventaglio sopra Torino, comprese tra la Valle dell’Orco e la Val di Susa. La strada che le collega alla città è ampia e costeggia l’immenso parco La Mandria, afferente alla Venaria Reale.
L’ingresso nel comprensorio montano è silente, quasi inavvertito, avvolto da un verde costante e frondoso.
La montagna – da Ceres a Cantoira, ai suggestivi panorami di Balme, Groscavallo, Forno – è selvaggia e domestica assieme: selvaggia poiché si tratta di una montagna che ha saputo resistere alle lusinghe del turismo industriale mantenendo per questo una sua aurea originale; domestica perché è patria di torinesi in fuga, complice la vicinanza geografica alla città.
Basta meno di un'ora per raggiungere un buen retiro alpino, dimenticando la metropoli e le sue asprezze. Qui, a pochi chilometri dalla frenesia e dal quotidiano, il cittadino torna a respirare.
Le valli di Lanzo sono antiche, la loro storia – seppur agricola – è millenaria e tanti e belli sono i monumenti che punteggiano la vallata soleggiata.
Il romanico alpino trova assolute assonanze con l’architettura rurale, non altrettanto antica ma sostanzialmente simile: i tetti a lose resistono alle intemperie che, al contrario, si mangiano – granello dopo granello – i raffinati colonnini delle bifore medievali.
Dicevamo della passione dei torinesi per queste montagne – come del resto per quelle cuneesi e valdostane -: un’affinità che fa rima con arrampicata, sport amato, diffuso, ampiamente praticato.
Le Valli di Lanzo accolgono alcune delle maggiori vette del Piemonte: il gruppo delle Levanne, la Uia di Ciamarella (la cima più alta delle Valli di Lanzo), la Uia di Bessanese, la Punta d’Arnas, la Croce Rossa, il Rocciamelone: tutte superano i 3.500 metri.
Un altro dettaglio interessante: le Valli di Lanzo sono valli chiuse, non dotate i valichi battuti e comodi con la Francia o con altre vallate vicine. Questo dettaglio ne aumenta il fascino poiché, non favorendo i passaggi di massa, ne preserva l’originale aspetto montano di luogo di bosco e d’alpeggio.
Chi desidera transitare è libero di farlo come una volta, attraverso i molti – questi si –, valichi pedonali in quota, per escursionisti amanti dei percorsi antichi.