“Bella terra di Perledo, luogo assai fertile, de perfetti vini, òlei de olive et altre comodità”.
Così Paride Cattaneo della Torre, presbìtero e primo storico della Valsàssina, descrive l’amena località lombarda che occupa un’ampia porzione del Parco Regionale della Grigna settentrionale.
A 450 anni dalle cronache del Cattaneo, l’originaria descrizione non ha perduto la sua veridicità.
Oltre le patinate immagini di copertina e le comparsate delle stelle di Hollywood, presenti ma disconnessi dalla vita reale, il Lago di Como offre alcuni interessanti, e più veraci, spunti.
Il Sentiero del Viandante che attraversa Perledo e le sue (molte) frazioni rievoca la rete di strade originali che collegavano le frazioni e le rive del Lago di Como con le valli interne. Questi sentieri invitano il viaggiatore a rallentare il passo e a meditare.
Questo sentiero tematico è uno dei molti che irraggiano la costa della montagna, abitata - in origine - a mezza altezza. In antico, infatti, la riva del lago non era considerata salubre ai fini urbani: meglio gli alti poggi, nascosti dalla vegetazione e dalle gibbosità della montagna che - in questo punto - sale ripidissima, dall'acqua al cielo.
Perledo è anche famoso per la produzione di olio extravergine d’oliva di alta qualità, nonostante la sua collocazione settentrionale, oltre il 45° parallelo.
La cucina locale ne risulta vivificata, con piatti preparati con ingredienti freschi provenienti dalle immediate vicinanze.
Gli chef si dedicano a selezionare con cura le materie prime, favorendo sempre quelle di prima qualità. Da assaggiare: il risotto al pesce persico, il missoltino, e l’agone.